Gli archivi giudiziari (sec. XIX-XX)
Locandina e rassegna stampa
Introduzione di Gian Paolo Bulla alla giornata dedicata all Presentazione del riordinamento degli "Archivi giudiziari (sec. XIX-XX)" tenutasi presso l'Archivio di Stato di Piacenza il giorno 5 ottobre 2014.
Racconto una vicenda, quella che ci porta – in pompa magna o quasi – qui oggi. Come tutte le storie (il richiamo al titolo della manifestazione è involontario ma azzeccato…) legate agli archivi e al loro recupero è una storia lunga e tribolata. Comincia dieci anni fa, con un’ipotesi di intervento che riguardava materiali dislocati in posti diversi: due dell’Archivio di Stato (le sedi del Palazzo Farnese e del Monastero di S. Agostino) e due del Tribunale (in Palazzo Landi ma soprattutto in un magazzino di Viale Risorgimento). Non voglio dilungarmi troppo per non stufare, ma fare un po’ di cruda cronistoria può rendere tipo ed ampiezza dell’operazione. L’Archivio di Stato ovviamente possedeva già dei fondi giudiziari, depositati per competenza a cominciare dal 1966 dal Tribunale di Piacenza, più quelli ricevuti attraverso il trasferimento dell’archivio storico del Comune di Piacenza nel 1976: qualcosa delle Giudicature e del Tribunale di commercio per il primo Ottocento e per il l’Antico Regime ciò che a Piacenza rimase del Supremo Consiglio di Grazia e Giustizia e lacerti del periodo sforzesco e pontificio.
Quando nel 2001 s’intensificò il mio andirivieni dal Tribunale di Vicolo del Consiglio per proseguire nei versamenti e per cercare di dare una mano alle crescenti difficoltà dello stesso Tribunale che, prima di ora, con la realizzazione di appositi spazi nell’ex Caserma Alfieri, non aveva una situazione archivistica degna di quel nome. Parallelamente si fece strada l’ipotesi di unire e di ordinare il materiale conosciuto e quello che via a via si andava rinvenendo. Nel 2002 infatti si chiese a due brave archiviste reggiane, Chiara e Maria (poi brevemente senatrice del M5Stelle) Mussini, di predisporre un progetto complessivo di “recupero” degli archivi giudiziari post 1800 allocati come sopra. In quell’anno non se ne fece niente, ma le loro considerazioni servirono qualche anno dopo.
Grazie al fatto di poter disporre di nuovi depositi esterni allestiti in S. Agostino, si proseguì nell’acquisizione di altra documentazione. Un’attività che ci impegnò davvero in prima persona sebbene la norma preveda che “le spese per il versamento sono a carico delle amministrazioni versanti” e che gli atti siano corredati degli “strumenti che ne garantiscono la consultazione” (art. 41 Codice). In verità in quegli anni il nostro istituto poteva sostenere maggiori sforzi nel campo della tutela collaborando cogli enti detentori di archivi in modo molto concreto, poteva contare su finanziamenti più sostanziosi e su una maggiore autonomia nella spesa; ora un tale impegno non è più sostenibile. Nel 2004 furono acquisiti altri atti delle Preture e del Tribunale. Alle viste di trasferire una grande quantità di materiale dal magazzino di Viale Risorgimento, nel 2006 fu presentato al MiBAC un progetto, stilato, ampliandolo, sulla base di quello delle Mussini, per concorrere alla ripartizione della quota dell'Otto per mille dell'IRPEF devoluta alla diretta gestione statale. La prima volta però non andò bene.
Alla fine del 2006 rinvenimmo nei sotterranei del Tribunale di Piacenza ingente materiale archivistico relativo alle ex Preture; come allora scoprimmo era stato collocato in quell’ambiente malsano dopo lo svuotamento della Chiesa di S. Vincenzo. Nel 2007 ripresentammo la richiesta per l’Otto per mille e facemmo centro. Nel 2008 ci giunse l’agognato finanziamento, così si poterono pagare una parte del lavoro di logistica e trasporto e (poco!) le due brave archiviste qui presenti. E l’avventura, la storia, ricominciò con altre episodi, altri interludi e altri protagonisti: Elena e Barbara, che nello stesso 2008 varcarono la soglia dei locali che abbiamo nell’ala di S. Agostino prospiciente la Cavallerizza e si immersero nei fascicoli e nella loro polvere. Progressivamente concentrammo anche i materiali conservati presso la sede principale in modo di agevolare il lavoro che si è protratto, con interruzioni e riprese, fino ad oggi quando lo possiamo presentare quasi ultimato anticipando di poco l’ultimazione degli elenchi di consistenza di tutte le serie archivistiche distinte per ufficio (entro la fine dell’anno). Per quanto riguarda la consultazione, la sede in S. Agostino non è ancora praticabile per gli studiosi; per una consultazione libera – una volta la settimana o su appuntamento – bisognerà aspettare che venga colà allestita una sala di lettura, proprio nella stanza dove le archiviste hanno svolto larga parte del loro lavoro.
Come degno suggello e per riconoscere il paziente e notevole lavoro effettuato dalle curatrici è auspicabile la pubblicazione di una Guida agli archivi giudiziari piacentini con opportune riflessioni storico-metodologiche: si spera nel soccorso di qualche benefattore magari avvalendosi di «Art bonus», il D.L. n. 83/2014, che favorisce il mecenatismo culturale attraverso un sostanzioso credito di imposta per il sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica.
- I Tribunali: 1802 ai giorni nostri, intervento di Elena Stendardi (PDF 1.627 Kb);
- Le Pretura della provincia di Piacenza: 1816-1998, intervento di Barbara Spazzapan (PDF 3.064 Kb).
Rassegna stampa
Alla scoperta di Otto e Novecento al Farnese. Nell'ambito della manifestazioni "Domeniche di carta" a cura dell'Archivio di Stato, di Anna Anselmi, in Libertà, 4 ottobre 2014 (Per gentile concessione dell'editore)
In mostra i documenti delle ex preture. All'Archivio di Stato di palazzo Farnese si ripercorre la storia dal 1806, di Anna Anselmi, 23 ottobre 2014, (Per gentile concessione dell'editore)
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- Archivi giudiziari: riordinamento
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