Testimonianze su Mario Arcelli, economista e uomo delle istituzioni
Locandina dell'evento e rassegna stampa
Saluto d'apertura del direttore Gian Paolo Bulla
Buongiorno. Sono contento di poter godere di questa autorevole platea per manifestare, ed anche rivendicare, il ruolo di un istituto come l’Archivio di Stato, deputato alla conservazione e alla valorizzazione di una particolare categoria di beni culturali, quelli archivistici.
Sono molto legato – e non solo per il mestiere che faccio – alle cose, agli oggetti e se sono culturali, meglio... Al secondo piano della Biblioteca Passerini Landi, nell’ex Collegio dei Gesuiti, c’è una stanza – deposito occupata per la maggior parte dalla raccolta libraria donata da Mario Arcelli nel 2003 e per il resto dal fondo Ferdinando Cogni e da quello dell'ex Centro Etnografico Provinciale. Si tratta di 8.731 unità fra volumi e riviste, che furono schedati e valorizzati in collaborazione con l'Università Cattolica di Piacenza. Nel 2006 uscì un volumetto, a cura di S. Pronti e S. Fantini, intitolato "Una biblioteca economica illustre" in cui si tracciavano anche alcuni possibili itinerari di ricerca. Fra i brevi saggi contenuti ve n'era uno (di Chiara Mussida) sulla legge d'indirizzo "Biagi" del 2013 relativa al mercato del lavoro e un altro (di Simone Fantini) dedicato all'incidenza della globalizzazione nei mercati finanziari. Mi pare un’informazione dovuta, che completa il lascito complessivo di Mario Arcelli i cui meriti accademici e civili saranno esposti fra poco dagli illustri ospiti di stasera.
Ed ora giungiamo al nostro coinvolgimento. Il 25 gennaio 2015, grazie ai buoni uffici di Carlo Emanuele Manfredi, ho appreso per la prima volta dell’intenzione del figlio Federico di “depositare l'archivio paterno a Piacenza”; si parlava di 40 faldoni ricordo (poi divenuti 65). Poi le cose procedettero velocemente e già il 15 giugno firmai una scrittura privata, la convenzione utile per addivenire alla donazione del carteggio del padre, un carteggio di natura economica e istituzionale come vi sarà illustrato da Arianna Bonè. Il procedimento di donazione allo Stato prevede il coinvolgimento della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica per l’Emilia-Romagna che trasmette la richiesta con il suo parere al MiBACT in modo che la donazione sia sancita. Il fondo appartiene alla categoria degli archivi di persona che, come riconosciuto dagli addetti ai lavori, presenta molteplici caratteristiche. Gli archivi di persona più affermati sono quelli d’autore o letterari Manganelli, Montale, Bacchelli, Luciano Erba, ecc.) presenti nei Centri Manoscritti a Pavia, Milano, Bologna ecc.; poi vi sono quelli di personalità, quelli professionali (ad es. gli architetti). Parliamo di archivi in quanto si presentano in forma seriale e ordinata, a volte fornita dallo stesso autore altre ricostruita, altrimenti si parlerebbe di raccolte o altro. Nel nostro caso possiamo definirlo un archivio professionale, prodotto di più funzioni, pubbliche e private, come sarà dettagliatamente illustrato da Arianna Bonè che lo ha inventariato.
Rassegna stampa:
Letta e Lamalfa per la consegna del fondo Arcelli all'Archivio, in: "Libertà", 28 ottobre 2016 (PDF 354 Kb, per gentile concessione dell'editore)
Betty Paraboschi, Arcelli ci ha insegnato tanto, uomo di grande lungimiranza, in: "Libertà", 29 ottobre 2016 (PDF 3047 Kb, per gentile concessione dell'editore)