Bollettino storico piacentino. Notiziario dall'Archivio di Stato

BSP 1/1999

Tesi di laurea d'interesse piacentino


L’antico borgo di Bobbio è ancora una volta al centro dell’attenzione per merito di due studentesse torinesi, Cristina Natoli e Gabriella Mureddu, che hanno discusso la tesi Bobbio, vicende bassomedievali d’un insediamento di fondazione monastica, Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, a.a. 1997-1998, relatrice Claudia Bonardi.

Nel loro studio, riconosciuto meritevole di pubblicazione, sono delineate le vicende topografiche della città trebbiense a partire dalla fondazione, voluta dai Longobardi, e dalla ricca dotazione del monastero di S. Colombano. In aggiunta ai rilievi in loco, le fonti documentarie bobbiesi (suddivise tra gli Archivi storici bobiensi e gli Archivi di Stato di Torino e di Piacenza) sono passate in rassegna per tracciare l’evoluzione urbanistica di Bobbio dal basso Medioevo. Si mettono in evidenza la più estesa cinta duecentesca (attestante il nuovo status vescovile), il tipico caseggiato a due piani con corte, i materiali edilizi, le principali canalizzazioni. L’opera è rimarchevole per lo scandaglio delle fonti: scritture private e notarili, le poche edizioni come il Codice diplomatico di Carlo Cipolla, la misconosciuta documentazione catastale (del Catasto Teresiano e successivo) conservata a Torino e a Bobbio. Le autrici giungono ad alcune interessanti considerazioni intorno alla simultanea presenza dei due centri di potere costituiti dall’antico cenobio e dal seggio vescovile.

Un abstract è consultabile sul sito Web del Politecnico torinese http://www.obelix.polito.it/tesi/lug98/munat/ mentre la tesi è depositata presso lo stesso ateneo.

 

Da un'accurata indagine nel fondo patrimoniale Gulieri (1341-1925), depositato presso l'Archivio di Stato dalla famiglia nel 1996, Enrica Moia ha tratto la tesi Dalla Val di Nure a Piacenza: la promozione sociale di una famiglia di notai nei secoli XVII e XVIII, Università Bocconi di Milano, Facoltà di Economia, a.a. 1998-1999, relatore Marco Cattini.

La studiosa s'è mossa nel solco degli studi che hanno messo in luce, nel XVIII secolo, l'ascesa sociale — comprendente l'eventuale nobilitazione da parte di Ranuccio II Farnese — di rappresentanti dei ceti professionale, commerciale e delle pubbliche funzioni. Tale mobilità non comportò, però, un'alterazione della situazione sociale "organizzata intorno a criteri ascrittivi piuttosto che acquisitivi e che rendono difficili i percorsi di promozione sociale". L'ascesa dei Gulieri, dalle valli del Nure e del Perino, col loro inurbamento, sembra dovuta solo in parte all'allargamento dei possessi fondiari, integrata com'è da iniziative nei campi professionale (il notariato), matrimoniale, patrimoniale-ereditario. Persiste la concezione della famiglia come patrimonio tendenzialmente intoccabile, al di là della personalità dei singoli membri. La conferma che la promozione dei Gulieri, permessa dall'ascesa sociale e dalla nobilitazione, può dirsi compiuta nella seconda metà del sec. XVIII viene dal tenore di vita manifestato in città e dalla loro presenza nella vita politica.

Copia della tesi è depositata presso l'Archivio di Stato di Piacenza.

 


Settimana della Cultura 1999

 

Nella prima Settimana della Cultura (12-19 aprile 1999) promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali sono state organizzate conferenze e visite guidate all'Archivio di Stato di Piacenza e agli Archivi Storici Bobiensi, per avvicinare i cittadini ai maggiori giacimenti documentari piacentini. In particolare, lunedì 12 aprile, presso l'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano che finanzia l'attività, si è tenuta una conferenza dedicata alla Schedatura e microfilmatura dei libri canonici della Diocesi di Piacenza-Bobbio: stato dei lavori; venerdì 16 sono state lette relazioni su Materiali per la ricerca: le fonti d'archivio. In effetti, i fondi archivistici storici, al di là dei tradizionali studi di storia e microstoria, si prestano sempre più a indagini specialistiche nei vari campi della codicologia, della filologia musicale, della storia dell'arte e dell'architettura, ecc.

 

Lavori in corso



Il futuro del maggior istituto archivistico piacentino entro il Palazzo Farnese è purtroppo segnato. La normativa sulla sicurezza e le perizie statiche escludono la possibilità di qualsiasi ampliamento dei depositi al secondo piano. Pertanto, per poter accettare ancora materiale archivistico, s’impone il trasferimento in altro luogo. Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali hanno, infatti, chiesto nel 1998 al dicastero delle Finanze l'assegnazione di tre quarti (8.500 m2 ca) dell'ex caserma Cantore, sullo stradone Farnese, già convento di S. Agostino. Il compendio, in quanto bene appartenente al Demanio storico-artistico, s'accorderebbe pienamente al generale orientamento di collocare gli istituti dei Beni Culturali in immobili di pregio architettonico.

 

E' iniziata l'attività di schedatura e revisione dei vari strumenti di ricerca a disposizione della sala di studio. Si tratta di un'iniziativa lunga e complessa, da effettuare nell'arco di tre-quattro anni, che si avvale anche di collaboratori esterni formatisi negli ultimi anni nel nostro Archivio di Stato. S'intende realizzare un Inventario degli inventari che specifichi qualità e attendibilità dei repertori a corredo dei fondi archivistici; per alcuni dei più significativi si procederà alla loro verifica e revisione. Inoltre, sta per essere ultimata lo Schedario delle ricerche effettuate dal 1985 al 1998, corredato da due Indici per categorie e per voci notevoli. Tali strumenti forniranno dati statistici e orienteranno le future ricerche.

 

La Soprintendenza Archivistica per l'Emilia Romagna ha recentemente acquistato documentazione archivistica appartenente alla famiglia Malvezzi Campeggi di Bologna un cui membro sposò, nel 1827, Bianca, l'ultima dei Petrucci di Piacenza, apparentati con i Barattieri e gli Anguissola Scotti. Il carteggio, denominato Malvezzi Petrucci Barattieri Anguissola (secc. XIV-XX), in parte disordinato e posto in 20 faldoni e 23 pacchi, riguarda, tra l'altro, il castello di Veggiola e possedimenti a Veggiola e a Cimafava. Esso è stato consegnato all'Archivio di Stato di Piacenza.

 

Il 1° dicembre 1998 è stato battuto da Sotheby's a Londra — dopo il pregiatissimo antifonario miniato del sec. XV di S. Sisto per cui si è mossa invano la Fondazione di Piacenza e Vigevano e la Biblioteca Comunale — un cartolare del primo Trecento del convento di S. Sepolcro in Piacenza. Redatto da Giuseppe e Tommaso Cataro e composto da 104 fogli pergamenacei, rappresenta un catalogo delle proprietà terriere secondo l'uso dei grandi complessi ecclesiastici. All'atto della demanializzazione napoleonica l'archivio di S. Sepolcro andò in buona parte disperso. Alcuni documenti sono conservati, presso l'Archivio di Stato di Parma, nel fondo Conventi e monasteri, Territorio di Piacenza: Olivetani di S. Sepolcro (XII sec.-1905) e nel Diplomatico degli ospizi civili dell'Archivio di Stato di Piacenza per la confluenza dell'annesso ospedale nell'Ospedale grande. Sfumato l'acquisto — perfezionato invece per 5.200 sterline dal Trinity College di Dublino — da parte dello Stato, è stato raggiunto un accordo con l'importante ateneo irlandese e si attende la consegna della copia in microfilm da mettere a disposizione degli studiosi.