Bollettino storico piacentino. Notiziario dall'Archivio di Stato
BSP 2/2003
Archivio di Stato e archivi di famiglia: il punto della situazione
Trascorsi due anni dall’inizio degli interventi, si può stilare un primo bilancio dei lavori effettuati e definire cosa rimane da fare per dichiarare esaurito l’intero progetto pluriennale partito nel 2001. La valorizzazione compiuta dall’Archivio di Stato sugli archivi storici familiari, a partire da quelli depositati, resa possibile grazie ai contributi elargiti dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano nel 2001 e nel 2003, è sfociata in due riuscite manifestazioni pubbliche: nel convegno del 12 aprile 2002 e nella mostra documentaria 2002-2003 intitolati Storie di casa. Negli archivi storici delle famiglie piacentine. Del convegno sono stati pubblicati gli atti (vedi Bollettino Storico Piacentino n. 1/2003) e in occasione della mostra, alla fine del 2002, è stato edito il catalogo.
Se, da una parte, si sono promossi studi e lavori in corso facendo leva anche sul peculiare fascino della ricca documentazione lasciataci dalle dinastie gentilizie, dall’altra si è insistito nella ricognizione e nella schedatura di ciò che è ancora misconosciuto, poiché l’obbiettivo finale è rappresentato dagli stessi fondi archivistici, quelli privi di strumenti di ricerca, quindi inutilizzabili. Sono stati inventariati sino ad ora gli archivi privati Anguissola di Vigolzone, Cigala Fulgosi, Nasalli Rocca, Mancassola Pusterla, Pallastrelli, si stanno ultimando i fondi Malvezzi Petrucci Anguissola e Zovanoli, resta da avviare infine il completo recupero, già programmato, dell’archivio Radini Tedeschi Baldini (secc. XV-XVI), una documentazione molto interessante che conta tra l’altro 272 pergamene. In definitiva si tratta di un rendiconto decisamente positivo, raggiunto attraverso l’impegno dei professionisti impegnati e il sostegno della locale Fondazione.
A questo punto, appare chiaro che per rendere veramente consultabili tutti gli archivi familiari conservati presso l’Archivio di Stato occorre fare un ultimo sforzo in merito ai due grandi fondi gentilizi Scotti Douglas (di Vigolzone e di Fombio e Sarmato) che dispongono di mezzi di corredo assai limitati. Si tratta dei fondi più consistenti, per i quali è necessario redigere almeno un elenco delle numerose serie che li costituiscono, controllando nel contempo i parziali inventari esistenti. A questo proposito, proseguendo un eccelso rapporto tra pubblico e privato a riguardo dei beni culturali meno evidenti ma non meno preziosi, si chiederà la collaborazione del nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione in modo che tutti i 28 fondi di famiglia dell’Archivio di Stato di Piacenza siano schedati e messi in discreta luce.
Tesi di laurea d’interesse piacentino
Gianluca Cò, nella tesi intitolata La famiglia Rossi. Ascesa e affermazione sociale a Piacenza nel secolo XV, Università degli Studi di Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 2002-2003, relatrice Nadia Covini, effettua uno studio di natura prosopografica e sociale sopra una famiglia, quella dei Rossi che, estintasi nel 1723, tra XV e XVI secolo entrò dalla tradizione notarile e da una sporadica presenza nei consigli cittadini nelle file della nobiltà locale, approfittando anche della fedeltà dimostrata verso i signori milanesi di Piacenza.
La vicenda si snoda nella particolare situazione del Piacentino, in cui i vari poteri territoriali confliggevano e si legavano in modo differenziato facendo emergere un asse tra governo ducale e poteri signorili rurali a discapito dell’inveterata intermediazione esercitata dal capoluogo. La massima potenza patrimoniale dei Rossi fu toccata nel primo Cinquecento, patì nel 1518 una serie di divisioni ereditarie e, qualche decennio dopo, un parziale spossessamento dei diritti, concessi un secolo prima da Francesco Sforza, da parte di Paolo III Farnese. La tesi è stata formata sulla documentazione conservata negli Archivi di Stato di Piacenza e di Milano e presenta un interessante apparato: l’elenco delle carte Rossi nel fondo familiare Salvatico dell’Archivio di Stato, la trascrizione integrale di otto documenti attestanti i maggiori privilegi e gli indici finali. Il lavoro si inserisce nel solco degli studi che l’ateneo milanese ha intrapreso sulle città satelliti di Milano nel periodo visconteo-sforzesco e sulla politica di infeudazione portata avanti dal duca nel contado. Copia della tesi è depositata presso l’Archivio di Stato di Piacenza.