Bollettino storico piacentino. Notiziario dall'Archivio di Stato
BSP 1/2013
Un nuova Guida dell’Archivio di Stato di Piacenza
Dalla pubblicazione della prima Guida dell’Archivio di Stato di Piacenza sono passati quasi trent’anni (era il 1986) e nel frattempo le cose sono assai cambiate, nella quantità della documentazione conservata ma anche nella disponibilità di strumenti utili alla ricerca nei fondi archivistici. Periodicamente la Guida è stata aggiornata e diffusa sul sito Web istituzionale nell’ambito del Sistema Informativo degli Archivi di Stato. Ora si sta completando l’ultima versione, ancora più ricca perché comprende anzitutto due importanti acquisizioni degli ultimi anni, l’integrazione − ai nuclei già detenuti − degli archivi storici del Comune di Piacenza (1946-1970, pezzi 2.938, ml 250) e della Provincia di Piacenza (sec. XIX-XX, pezzi 3.543, ml 400 con alcuni archivi aggregati fra cui quello dell’Opera nazionale maternità e infanzia). L’Archivio di Stato di Piacenza attualmente possiede quasi undici chilometri di documentazione in due sedi; i complessi archivistici, gli archivi insomma, sono 203 comprendenti 550 partizioni o serie interne. Sebbene si chiami “di Stato” esso ne comprende molti provenienti non da uffici periferici dello Stato ma da enti locali e enti pubblici e privati fra cui numerose famiglie. Ma quali sono gli accessi più significativi e quindi le novità sostanziali della nuova Guida? Oltre ai due citati spezzoni dei due maggiori enti locali è stata rafforzata la presenza degli archivi scolastici con le carte di qualche altra dirigenza scolastica (gli Istituti Comprensivi di Lugagnano, Pontedell’Olio e Rivergaro; le scuole professionali Coppellotti e Casali presso la Scuola Dante-Carducci). Inoltre è aumentata la consistenza degli archivi giudiziari: dal Tribunale di Piacenza sono arrivati gli atti delle cause penali e civili dal 1961 al 1970 e sono stati incamerati quelli dell’ex Pretura di Piacenza (1861-1978) e dell’ex Pretura di Rivergaro (1861-1964); a questo riguardo sta per giungere a compimento pure il definitivo riordinamento di tutti gli archivi giudiziari piacentini dei secoli XIX-XX. Un capitolo importante è quello relativo agli archivi finanziari: l’Agenzia delle Entrate di Piacenza alle prese con urgenti esigenze logistiche (leggi: traslochi e riduzione degli spazi) ha versato i fascicoli delle denunce di successione fino al 2000 e del contenzioso tributario a campione fino al 1999, mentre l’Ufficio di Fiorenzuola ha rilasciato le successioni fino al 1999. Non si indulge oltre in cifre e dati rimandando all’imminente pubblicazione della Guida in formato pdf sul sito dell’Archivio. Si fa presente, però, che parte del carteggio – se non dovuto (vedi Successioni) per ragioni probatorie – non è liberamente consultabile poiché custodito nella sede sussidiaria di S. Agostino che non dispone ancora di sala di lettura e di servizi al pubblico (Gian Paolo Bulla).
Tesi di laurea d’interesse piacentino
Giacomo Frattola, «Sarai contento che io gridi viva la guerra! E anche tu lo griderai con me». Interventismo e volontarismo giovanile nel carteggio di Pietro Castagna (Cremona, 1896-Vicenza, 1916), Università degli Studi di Pavia, Facoltà di Scienze Politiche, Laurea triennale in scienze politiche e delle relazioni internazionali, a.a. 2011-2012, rel. prof. Arianna Arisi Rota. La tesi è stata condotta sull’archivio di Pietro Castagna, depositato dal nipote Giorgio Fiori presso l’Archivio di Stato. Il lavoro è diviso in tre capitoli – Volontarismo e interventismo: dal pieno compimento del Risorgimento, all’azione contro l’immobilismo borghese; Il caso-studio: il carteggio di Pietro Castagna senior (1896-1916); L’elaborazione del lutto e la commemorazione dei caduti – ai quali seguono la Conclusione, un’Appendice documentaria, un’Appendice fotografica e la Bibliografia. L’analisi dei documenti dell’archivio Castagna, che oltre alle lettere di Piero contiene anche quelle dei suoi compagni di Università, ha confermato che, accanto al mito risorgimentale, un ruolo chiave nel far maturare nei giovani nati alla fine dell’Ottocento la convinzione della necessità della guerra, fu sicuramente giocato dal contesto familiare. Nel ceto medio italiano – al quale appartenevano Piero Castagna, Giuseppe Arnuzzi, Adolfo Virgili e altri amici – il patriottismo era un valore fondamentale e i giovani erano stati educati nel culto della Nazione. Nello scambio di lettere tra Castagna e Virgili è assolutamente evidente come l’opinione dei loro padri fu determinante per la loro scelta di partire per il fronte. Su questi studenti universitari, poi, esercitarono un notevole fascino gli intellettuali interventisti come ad esempio D’Annunzio, che è spesso citato da Virgili. (Anna Riva)
Elisa Maria Gennaro, Il fronte interno a Piacenza nella Grande Guerra. Il Commissariato per l’assistenza civile e la propaganda interna (1917-1919), Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Lettere, Corso di laurea magistrale in scienze storiche, a.a. 2011-2012, rel. prof. Marco Palla. La ricerca esamina l’attività del Commissariato Provinciale di Piacenza per l’assistenza e la propaganda con l’intento di studiare l’azione concreta di un organismo preposto all’attività di propaganda facendo luce sulle effettive competenze e sulle strategie messe in atto nell’ambito della provincia di Piacenza. Il primo capitolo, di carattere introduttivo, analizza la Prima Guerra Mondiale come frattura storica destinata a incidere profondamente nella mentalità collettiva e fornisce un breve ma significativo excursus sull’evoluzione del concetto di propaganda e sui metodi utilizzati per metterla in atto. Un sintetico quadro storico ed economico di Piacenza negli anni del conflitto delinea le condizioni specifiche del territorio in cui operò il Commissariato Provinciale di Piacenza, che venne istituito su iniziativa governativa nel novembre del 1917, subito dopo Caporetto. Questo ente, che subentrò al precedente organismo denominato Opere Federate per l’assistenza e propaganda nazionale, ne mantenne il nome, ma venne conosciuto in città anche come “Comitato Pallastrelli”; ed ebbe lo scopo di assistere le vittime dello stato di guerra, di predisporre una capillare azione propagandistica a sostegno del patriottismo e di vigilare su eventuali correnti disfattiste: le tre finalità vennero perseguite attraverso un’eterogenea ed articolata azione sul territorio piacentino, che investiva vari ambiti politici, economici e sociali. L’archivio della sezione piacentina, depositato nel 1932 dal presidente Ricciardo Pallastrelli presso il Comune di Piacenza, è stato indagato a fondo arrivando a stabilire la fisionomia e le competenze dell’ente. Il fondo comprende il carteggio del Commissariato Provinciale per l’assistenza civile e la propaganda interna e quello del Comitato di preparazione civile di Piacenza di cui Ricciardo Pallastrelli era segretario. Facevano parte dell’archivio del Comitato anche 300 fotografie, attualmente conservate nella Miscellanea fotografica. Lo studio è stato condotto su un’ampia scelta di documenti amministrativi che spiegassero ed esemplificassero in modo concreto lo svolgimento del lavoro dell’ente, ma anche sulle oltre 300 fotografie provenienti dal Comando supremo dell’esercito, nelle quali è rappresentata una guerra bella, senza morti o feriti, che venivano utilizzate dal Comitato per mostre e conferenze. Conclude il lavoro un’appendice documentaria. (Anna Riva)